Saman Abbas, il fratello: “Zio e cugini scavarono la buca”

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Il fratello di Saman Abbas, Alì, ha aggiunto nuovi particolari sui momenti anteriori e posteriori la morte della sorella. Il giovane, solo 16enne all’epoca dei fatti, è considerato il supertestimone dell’omicidio della giovane pakistana uccisa perché non voleva sottostare al fidanzamento combinato dalla famiglia per stare con il ragazzo che amava.
Buca dove è stata sepolta Saman scavata da zio e cugini
Il giovane ha dichiarato di aver visto la buca in cui è stata seppellita la sorella solo sui giornali in quanto la sera in cui Saman fu trascinata fuori casa dai genitori e dallo zio, a lui fu ordinato di non muoversi. Quando il pubblico ministero gli ha chiesto chi avesse scavato quella fossa, il ragazzo ha risposto dicendo che era stata opera dello “zio Danish e dei cugini Ikram e Nomanhulaq”.
Il presidente della Corte d’Assise e d’Appello, Pasquale Domenico Stigliano, ha chiesto al ragazzo come facesse a saperlo dato che poco prima aveva dichiarato di non aver assistito all’omicidio. Il fratello di Saman ha spiegato di essere andato un giorno “con lo zio Danish” davanti al negozio del titolare dell’azienda per la quale lavoravano i familiari di Saman, dove c’erano anche i cugini e lo zio poco dopo lo aveva rimandato a casa, spiegandogli che i tre dovevano “andare a pulire i tubi”.
Lo zio aveva raccontato al nipote che si trattava di un lavoro extra chiesto dalla moglie del titolare dell’azienda agricola di Novellara per la quale lavoravano i familiari di Saman.
Il supertestimone ha ribadito di aver chiesto più volte ai familiari dove fosse andata Saman :
“Ho chiesto diverse volte ai cugini Ikram e Nomanhulaq e allo Zio Danish dov’era mia sorella, ma ogni volta che iniziavo a piangere mi dicevano di stare zitto finché una volta mi hanno risposto che non me lo potevano dire, ma che non mi dovevo preoccupare perché là dov’era stava bene, che era in paradiso”
Poi Alì ha aggiunto :
“Prima ero traumatizzato e non avevo manco le forze di parlare, avevo paura” ma poi ho deciso a parlare per la giustizia. Mio papà mi diceva di non parlare dei cugini, mi diceva ‘almeno quelli che si sono salvati lasciali fuori, tutti comunque dicevano di non parlare, i miei genitori, i miei parenti, mio zio, piano piano ho iniziato a raccontare tutte le cose”.
In primo grado il padre e la madre di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, sono stati condannati all’ergastolo, mentre lo zio Danish Hasnain a 14 anni.
Il fratello di Saman Abbas ha ricostruito passo passo la notte in cui la sorella, dopo essere uscita di casa con i familiari, non è più tornata. Mentre il giovane raccontava ai giudici la sua versione dei fatti, la madre, Nazia Shaheen, è scoppiata a piangere, ha nascosto il volto tra le mani e con un fazzoletto si è asciugata le lacrime.
Il racconto di Alì
Il ragazzo ha ribadito di aver visto la sorella, seguita dai genitori, incamminarsi fuori casa, intorno alla mezzanotte del 30 aprile 2022. Con loro c’erano anche lo zio Danish e i cugini. Alì ha visto lo zio afferrare Saman per un braccio per vietarle di uscire, era alle spalle della giovane. Il ragazzo ha sottolineato di non ricordare se in quel momento sua madre fosse in una posizione tale da poter accorgersi della scena.
Alì ha aggiunto che “A casa le decisioni importanti le prendeva il papà e si confrontava con altri uomini della famiglia. Mia mamma non poteva parlare. Non sono mai stato picchiato da mia mamma e nemmeno Saman. Non sono mai stato rinchiuso da mia mamma e ho sempre avuto un bel rapporto con lei e anche mia sorella ha sempre avuto un bel rapporto con mia mamma”.
Quando il difensore della madre gli ha chiesto se la sorella fosse “mai stata picchiata da qualcuno”, Alì ha risposto con un “no”, mentre alla domanda se la madre fosse mai stata percossa ha replicato con un “non ricordo”.
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