Sammy Basso, il suo testamento è un inno alla vita

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Sammy Basso è sinonimo di coraggio, speranza e determinazione: noto per essere uno dei pochi casi documentati al mondo di persone affette da progeria, una malattia genetica estremamente rara che provoca un invecchiamento precoce, tuttavia, la sua vita non è stata definita dalla malattia, ma dalla sua capacità di superare le difficoltà e di trasformarsi in un punto di riferimento per la ricerca scientifica e l’ispirazione per molti.
La progeria, o sindrome di Hutchinson-Gilford, è una condizione genetica che colpisce circa una persona ogni 4-8 milioni. I bambini affetti da progeria mostrano segni di invecchiamento accelerato già nei primi anni di vita.
I sintomi includono perdita di capelli, ossa fragili, problemi cardiaci e rigidità delle articolazioni. Nonostante l’intelligenza e lo sviluppo cognitivo rimangano normali, la malattia influisce pesantemente sul corpo, riducendo drasticamente l’aspettativa di vita.
Sammy, nonostante le difficoltà legate alla sua malattia, ha scelto di non farsi limitare dalla progeria. Ha affrontato la sua condizione con un approccio positivo e una determinazione ammirevole.
Sin da giovane ha dimostrato una grande passione per lo studio e il desiderio di capire meglio la malattia da cui è affetto. Dopo aver ottenuto il diploma di scuola superiore con eccellenti voti, ha proseguito i suoi studi in Scienze Naturali all’Università di Padova, mostrando un impegno straordinario nel coniugare la sua condizione personale con la sete di conoscenza.
Una delle più grandi realizzazioni di Sammy è la creazione dell’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso Onlus, fondata insieme ai suoi genitori.
L’associazione ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla progeria e di raccogliere fondi per la ricerca scientifica. Sammy ha partecipato attivamente a vari studi e conferenze scientifiche, collaborando con medici e ricercatori in tutto il mondo.
Nel 2018, Sammy ha subito un intervento di chirurgia cardiaca presso il Boston Children’s Hospital, negli Stati Uniti, un’operazione resa necessaria dai problemi cardiaci tipici della progeria.
L’intervento è stato un successo e ha ulteriormente rafforzato il legame di Sammy con la comunità scientifica, contribuendo alla comprensione della malattia.
Oltre al suo impegno nella ricerca, Sammy Basso è diventato un simbolo di speranza per molte persone. La sua presenza sui social media e nelle apparizioni televisive ha reso la sua storia conosciuta a livello globale.
Con il suo caratteristico sorriso e il suo spirito indomito, ha dimostrato che, nonostante le sfide, la vita può essere vissuta con gioia e gratitudine.
Uno dei momenti più significativi della sua vita pubblica è stato il documentario “Il Viaggio di Sammy”, in cui Sammy ha raccontato il suo viaggio lungo la Route 66 negli Stati Uniti. Questo documentario non solo ha permesso di sensibilizzare ulteriormente sulla progeria, ma ha anche mostrato al mondo il suo amore per la vita e la sua curiosità instancabile.
Nel corso degli anni, Sammy ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo coraggio e il suo contributo alla lotta contro la progeria. È stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana e ha partecipato a eventi di prestigio in Italia e all’estero.
Nonostante le difficoltà legate alla sua malattia, Sammy ha continuato a lavorare per sensibilizzare l’opinione pubblica e per portare avanti il suo impegno nella ricerca scientifica.
Esempio straordinario di come la resilienza, la passione e la determinazione possano trasformare anche le sfide più difficili in opportunità per ispirare e cambiare il mondo;, la sua vita è una testimonianza di come, anche di fronte alle avversità, si possa scegliere di vivere con coraggio, speranza e un sorriso.
Il sorriso terreno di Sammy si è spento, all’improvviso sabato scorso, 5 ottobre.
Ma lui era consapevole che la malattia, prima o poi, avrebbe chiesto il suo dazio e aveva predisposto un testamento: una lettera che ci racconta, anche con un pizzico ironia, la sua parte più intima, i suoi pensieri più profondi.
Leggendola non si può non percepire la sua sincerità ed immaginarlo sorridere, quel sorriso che, nonostante tutto, ci ha conquistato tutti.
Lasciamo parlare Sammy, ogni altra parola sarebbe superflua.
La lettera di addio di Sammy Basso
Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte.
Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto i miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei libri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, lo si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L’egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri.
Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere.
La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera.
L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco.
Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente!
Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parare, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo.
Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.
Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.
Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a vote, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.
È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.
E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.
L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.
Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….
Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,
Vi voglio bene.
Sammy
PS: State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato…