San Siro stadio di proprietà delle squadre milanesi? La vicenda è abbastanza tortuosa, il Comune di Milano dopo la valutazione ottenuta dall’Agenzia delle Entrate, ha fissato in 197 milioni di euro il prezzo di vendita dell’impianto, o meglio 73 milioni per lo stadio in sé, il resto per le aree circostanti.
In una faccenda già abbastanza intricata si è inserita anche la Procura di Milano, che ha aperto un’inchiesta, senza ipotesi di reato tantomeno indagati per verificare se dalla vendita del Meazza potrebbero scaturire danni per le casse comunali.

La scorsa settimana, la giunta di Milano ha approvato la delibera d’indirizzo per definire i passaggi da qui in avanti: l’avvio della conferenza dei servizi e un avviso pubblico per verificare se altri soggetti sono interessati all’acquisto dello stadio, alle stesse condizioni offerte da Milan e Inter.
Tra queste condizioni, lo “sconto” di almeno 80 milioni di euro per le opere di bonifica e di rimozione dei manufatti (in pratica la demolizione dell’impianto), che la cosiddetta legge stadi consente di dedurre dal costo d’acquisto. Sarebbe ancora in essere quindi l’eventualità che un soggetto terzo intervenga in luogo dei due club operando opere di demolizione per usufruire dei benefici di legge.
In mezzo a tutto ciò ci sarebbero i ricavi dello stadio, che a prescindere da una eventuale vendita frutta 25 milioni annui al Comune di Milano tra ricavi calcistici ed extracalcistici, i concerti su tutti. Resta il nodo della valutazione della Agenzia delle Entrate, che ha calcolato i 73 milioni di valore del solo stadio basandosi sull’eventuale costo di costruzione di un nuovo impianto, sostenendo che gli spazi commerciali non sarebbero incrementabili.
A questo proposito M-I Stadio, una società partecipata da Milan e Inter, ha fatto presente all’Agenzia delle Entrate che i progettisti che avevano proposto idee di ristrutturazione, avevano garantito che le aree commerciali incluse nel pacchetto si sarebbero potute raddoppiare.
Se ciò corrispondesse a fattibilità, la valutazione di Agenzia delle Entrate sarebbe bassa e non ottimale per il Comune, favorendo l’ingresso di soggetti terzi che potrebbero lasciare i due club meneghini con il cerino in mano e senza stadio.
About The Author