Sgarbi, da Rovereto a Urbino problemi sulle mostre da lui sostenute
Partiamo subito col precisare che Sgarbi direttamente c’entra poco con quanto sta accadendo, ma caso vuole che ovunque il famoso critico d’arte metta le mani, direttamente o indirettamente, sorgano dei problemi. Ultima in ordine di tempo una mostra organizzata a Rovereto, città in cui Sgarbi dirige, in pieno conflitto di interessi con il suo ruolo di sottosegretario alla cultura, il Museo di arte moderna e contemporanea (MART). Pare che una mostra sull’artista futurista Iras Baldessarri organizzata al Museo Civico della località trentina in collaborazione con il MART diretto da Sgarbi non fosse composta da opere tutte originali dell’artista, ma al suo interno fossero contenuti anche dei falsi spacciati per originali.
C’è da precisare che le opere provenienti dal MART sono tutte originali, i dubbi reali ci sono sulle opere pervenute da altri istituti o da privati tanto che qualcuno all’interno dell’Istituzione guidata da Sgarbi si era opposto affinchè il MART non “prestasse” le opere dell’artista alla mostra proprio perchè le medesime non corressero il rischio di essere associate a dei falsi. Sgarbi non ne avrebbe voluto sapere delle obiezioni dei suoi collaboratori e avrebbe consentito il trasferimento dei quadri del Baldessarri dal MART al Museo Civico sede della mostra.
Fatto sta che i dubbi paventati dai collaboratori del sottosegretario si sono rivelati reali, ad accorgersi che non tutte le opere fossero originali dell’artista un altro critico, Giancarlo Cappelletti, che visitando la mostra ha subito sollevato dubbi sull’autenticità di alcuni quadri. Sgarbi si sarebbe irritato sostenendo che i dubbi fossero inesistenti, ma è subito stato sbugiardato dal Nucleo Tutela Patrimonio di Venezia che eseguendo l’ordine firmato dal procuratore Orietta Canova, ha messo i sigilli a 41 opere su 70.
Il curatore Maurizio Scudiero, gli organizzatori e i prestatori sono finiti sotto inchiesta per il reato di ricettazione e contraffazione, prontamente difesi subito da Sgarbi sicuro dell’autenticità di quanto esposto. Ma non solo da Rovereto arrivano i problemi per Sgarbi, a Urbino città dove è prosindaco è stata organizzata una mostra permanente con 28 riproduzioni fotografiche costata diverse centinaia di migliaia di euro ed andata pressocchè deserta. Non solo, la società che le ha realizzate ha presentato una fattura notevolmente superiore al prezzo di mercato, ma è stata accettata mentre di altre fatture non c’è traccia. Sgarbi ha rispedito al mittente le accuse dichiarando di avere solo inaugurato la mostra il 28 marzo scorso e di non avere altre responsabilità in merito.
Ovviamente il Consiglio Comunale ed il Sindaco di Urbino non ci sono stati a passare per responsabili e carte alla mano hanno mostrato il coinvolgimento nell’operazione del critico d’arte, che avrebbe avuto un ruolo decisivo nella scelta delle opere da esporre, ci sarebbe anche una email dell’assessorato alla cultura a confermarlo, di opinione diversa l’assessore Lara Ottaviani che ha dichiarato che Sgarbi si sarebbe solo occupato di dove dovessero essere riposizionate le opere.
A dubitare della veridicità delle affermazioni di Sgarbi, l’essersi servito della stessa società che ha curato la realizzazione della mostra di Urbino, anche per altre mostre senza gara e sempre con affidamento diretto e con spese superiori a quelle di mercato, insomma che sia stato speso più del dovuto è un dato di fatto.