Smantellata la sigla “Werwolf Division”: il gruppo neonazista che progettava un attentato alla Meloni
È stata smantellata nei giorni scorsi, a Bologna, una rete clandestina che aveva preso il nome di “Werwolf Division”, evocando esplicitamente i “lupi mannari” creati dal regime nazista di Heinrich Himmler.
Si trattava di un gruppo estremista di matrice neonazista che, attraverso canali Telegram, tramava per sovvertire l’ordinamento democratico e instaurare uno “Stato etico e autoritario”, fondato su principi razzisti e xenofobi.
Le indagini, coordinate dalla Digos e supportate dai servizi di intelligence, hanno portato a una serie di arresti e perquisizioni in diverse regioni italiane.
Il gruppo, che operava prevalentemente online, era animato da un’ideologia estrema che mirava al ritorno di un regime ispirato ai valori suprematisti della “razza ariana”, prendendo spunto dalle teorie più radicali e violente della storia del fascismo e del nazismo.
Il progetto degli attentati
I membri del gruppo neonazista discutevano apertamente, sui canali Telegram, di un possibile attentato contro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, senza mai nominarla direttamente. Le frasi nelle chat facevano riferimento a un generico “attacco contro il governo” e alla necessità di colpire “figure di potere” considerate come nemiche della loro visione autoritaria e nazionalista.
La “Werwolf Division”: un richiamo al passato
Il nome “Werwolf” evoca direttamente i gruppi partigiani creati dal regime nazista alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che operavano come formazioni clandestine, impegnate in attacchi di sabotaggio contro le forze alleate e i nemici del Reich. Il richiamo sottolinea la volontà di creare una rete segreta e violenta, pronta a colpire in modo imprevedibile.
Il gruppo, seppur non numeroso, si caratterizzava per un livello elevato di radicalizzazione e per la volontà di agire in modo diretto. Le conversazioni tra i membri, intercettate dalle forze dell’ordine, rivelano una rete che si nutriva di odio, con un forte disprezzo per le istituzioni democratiche e le figure politiche che rappresentano i valori di inclusione, democrazia e libertà.
L’operazione delle forze dell’ordine
L’operazione, che ha portato all’arresto di diversi membri, ha messo in luce la capacità di questi gruppi di operare in maniera celata, ma allo stesso tempo pericolosa.
Le forze di polizia, che hanno seguito il caso per diversi mesi, hanno sottolineato l’importanza di monitorare le comunicazioni sui social e sulle piattaforme di messaggistica, che spesso vengono utilizzate da gruppi estremisti per coordinare le proprie azioni senza destare sospetti.