Tony Effe a processo, notte violenta a Porto Cervo

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Allorquando i suoi testi sono stati accusati di sessismo e misoginia, Tony Effe, al secolo Nicolò Rapisardi, risponde:
“La cosa mi ha più ferito? Che i miei testi istigassero all’odio di genere. L’ho detto anche al concerto, ci sono stato male”, ha dichiarato.
“Il rap ha un suo linguaggio. Io racconto ciò che vedo, mai confondere lo sguardo, l’immaginario con la persona. Ripeto: un conto è raccontare, un altro è vivere. Stephen King allora cos’è, un serial killer?“
Succedeva a dicembre, quando il sindaco di Roma Gualtieri aveva ritirato, proprio per questi motivi, l’invito all’artista (?!?) a partecipare alla festa di Capodanno al Circo Massimo.
Nonostante lo sdegno dei suoi colleghi, accorsi in massa a gridare alla “censura“, in prospettiva Sanremo, che sarebbe arrivato di lì a poco, il rapper ed il suo entourage, fidanzata compresa (l’influencer Giulia De Lellis, ndr), hanno tentato di correre ai ripari in tutti i modi.
Donazioni, lezioni di canto, visite ad ospedali, basso profilo social.
L’apoteosi? Vestito bianco e 2 kg di fondotinta per nascondere i tatuaggi nella prima serata del Festival a cui ha partecipato con una canzone, Damme ‘na mano, così distante dal suo mondo che neanche i fan più agguerriti hanno voluto ascoltare. Il flop nelle classifiche (anche quelle di streaming) docet.
Tony Effe ha accusato il colpo, parla di “esperienza” e di “ironia”, ma con la certezza che la sua collana ha avuto più rilevanza della sua performance nella “riviera dei fiori”.
Con un tempismo quanto mai singolare, solo nei giorni scorsi, viene alla luce un episodio che lo vede coinvolto, risalente all’estate 2023.
Nell’agosto del 2023, precisamente nella notte tra il 17 e il 18, si è verificata una violenta rissa all’esterno della discoteca The Sanctuary di Porto Cervo, in Costa Smeralda.
Tra gli otto indagati figura proprio lui, il trapper romano Tony Effe.
Secondo le ricostruzioni, un gruppo di cinque giovani, tra cui Tony Effe, si è presentato all’ingresso del locale, ma è stato respinto dagli addetti alla sicurezza.
Il rifiuto ha innescato una colluttazione tra il gruppo e il personale del locale, causando danni alla struttura e sei feriti. Nonostante nessuno dei coinvolti abbia sporto querela, le indagini dei carabinieri di Olbia sono proseguite, portando all’identificazione degli otto indagati.
Tony era il “leader” del gruppo che ha dato l’assalto alla discoteca, “Se lui non entra, vi ammazziamo tutti”, le parole del rapper al rifuto della sicurezza di far entrare uno sei suoi amici, già condannato per omicidio.
Il pubblico ministero di Tempio Pausania ha recentemente concluso le indagini preliminari, notificando gli avvisi di garanzia agli indagati, tra cui Tony Effe.
L’accusa ipotizzata è di rissa aggravata; in alcuni casi potrebbe essere contestato anche il danneggiamento. Ora il pubblico ministero ha sei mesi di tempo per decidere se richiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del fascicolo.
Inoltre, secondo quanto riferito da Repubblica, Tony Effe è stato colpito da un foglio di via obbligatorio da alcuni Comuni sardi fino al maggio 2027.
Questo episodio non è il primo in cui Tony Effe si trova coinvolto in situazioni simili.
In passato, il rapper ha ammesso di essere stato arrestato un paio di volte per rissa, sia da minorenne che da maggiorenne, dichiarando: “Ho iniziato a picchiarmi che avevo 13, 14 anni al parchetto, ma sempre per ragione. Reagivo alle ingiustizie facendo a botte”.
Ulteriori dettagli di quella che il pubblico ministero ha definito “una notte di follia” verranno alla luce durante l’udienza preliminare.
Torniamo solo un momento alle parole di Tony Effe e non per sottolinearne l’evidente incoerenza, ha fatto tutto lui, ma per una precisazione d’obbligo.
Il signor Rapisarda, che evidentemente non ha mai letto un libro di Stephen King e parla per cliché, si paragona ad uno scrittore che ha venduto oltre 500 milioni di copie delle sue opere in tutto il mondo, fa già ridere così.