Tony Effe, il Comune di Roma ci ripensa, niente concerto di Capodanno
Il concerto di Capodanno a Roma, previsto per il 31 dicembre al Circo Massimo, rischia di diventare un terreno di scontro tra politica, associazioni in difesa dei diritti delle donne e pubblico.
Al centro delle polemiche c’è la presenza sul palco di Tony Effe. Il trapper romano, nonostante il successo straordinario, è al centro di numerose critiche per i suoi testi, spesso accusati di contenuti sessisti e violenti.
La discussione è esplosa dopo le dichiarazioni dell’assessore al Turismo e grandi eventi di Roma, Alessandro Onorato, durante la presentazione dell’evento. Onorato ha cercato di tranquillizzare i giornalisti, sottolineando che “chi si esibisce a Roma sa che è una città accogliente, aperta e rispetta in maniera sacrale le donne”, aggiungendo che, in caso contrario, “scende immediatamente da quel palco”.
Tuttavia, la sua dichiarazione non è bastata a placare l’indignazione, che è cresciuta esponenzialmente nelle ore successive, soprattutto sui social e tra le associazioni femministe e alcuni esponenti politici dell’opposizione.
La replica di Tony Effe
Tony Effe è accusato di promuovere attraverso la sua musica atteggiamenti misogini e violenti. Nonostante ciò, il trapper ha reagito alla polemica con un messaggio su Instagram, dove ha cercato di placare le critiche, dichiarando il suo “rispetto e amore per tutte le donne” e ribadendo:
“Mi dispiace che qualcuno ancora pensi il contrario”.
Poi ha concluso con un invito affettuoso: “Roma ci vediamo a Capodanno”.
Il dibattito politico
Ma la sua esibizione a Roma appare sempre più incerta. La crescente indignazione ha portato diversi esponenti della politica e del mondo associativo a chiedere che la sua partecipazione venga bloccata, con un possibile intervento del sindaco Roberto Gualtieri che potrebbe decidere di sostituirlo con un altro artista.
La reazione del Codacons
Ma non si tratta solo del concerto di Capodanno: la polemica ha assunto una dimensione più ampia, con il Codacons che ha messo in discussione la presenza di Tony Effe anche al prossimo Festival di Sanremo, dove è stato invitato nonostante le sue controverse produzioni musicali.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha denunciato quella che definisce una “ipocrisia inaccettabile”.
“Non si capisce perché se i testi di Tony Effe sono troppo violenti e offensivi verso le donne per il concerto di Capodanno, gli stessi testi possano andare bene per un evento nazionale come Sanremo”
ha dichiarato Rienzi.
L’associazione ha criticato aspramente la Rai e Carlo Conti per aver accettato la partecipazione del rapper al festival, definendolo un “evento che ha un seguito immensamente maggiore” e sostenendo che i suoi testi sono “gravemente lesivi delle donne e potenzialmente pericolosi per il pubblico più giovane”.
Il Codacons, in una nota, ha fatto appello affinché la stessa misura venga applicata anche a Sanremo, se Tony Effe dovesse essere escluso dal concerto di Capodanno a Roma. L’associazione ha sottolineato come, a loro avviso, la presenza del trapper a Sanremo sarebbe ancora più controversa e dannosa, dato l’immenso seguito dell’evento televisivo.
La questione, quindi, si sposta ora da Roma a Sanremo, con molte domande ancora senza risposta: perché i testi di Tony Effe vengono considerati inaccettabili per un concerto pubblico, ma non per un evento televisivo di portata nazionale? E perché, secondo il Codacons, nessuno ha sollevato obiezioni prima della sua partecipazione al festival? La vicenda continua a dividere l’opinione pubblica, con chi ritiene che l’arte e la musica non debbano essere censurate, e chi, invece, solleva il giusto interrogativo sul messaggio che questi artisti trasmettono a un pubblico, in particolare quello più giovane.
In attesa di eventuali sviluppi, sembra che il destino di Tony Effe, sia a Roma che a Sanremo, sia sempre più appeso a un filo. L’indignazione delle associazioni, degli esponenti politici e dei cittadini non accenna a diminuire, e sarà interessante vedere come si evolverà questa vicenda, che tocca temi delicati come la libertà di espressione e il rispetto delle donne.