Tony Effe provoca Gualtieri, sul palco con la fascia tricolore
Tony Effe provoca Gualtieri, sul palco con la fascia tricolore
La scena si è svolta sotto i riflettori del Palasport dell’Eur a Roma, dove Tony Effe ha messo in atto una vera e propria stoccata al sindaco Gualtieri.
La provocazione del rapper
Con una fascia tricolore a tracolla, il rapper ha fatto un chiaro riferimento all’episodio che lo ha visto protagonista nelle settimane precedenti: l’esclusione dal Concerto di Capodanno al Circo Massimo, voluta proprio dal sindaco Roberto Gualtieri.
Una decisione che era arrivata dopo le polemiche sui testi delle sue canzoni, accusati di contenere contenuti sessisti e volgari.
Mentre si preparava a calcare il palco, Tony ha lanciato un’allusione pungente, esordendo con un: «È arrivato il sindaco, tutti in piedi», rivolto al pubblico, vestito in total black con occhiali scuri.
L’aria che si respirava era un mix tra la rievocazione ironica della vicenda e una provocazione aperta, che ha suscitato una risposta calorosa da parte dei fan, che hanno riso e battuto le mani, accogliendo la battuta con entusiasmo.
Il messaggio su Instagram
L’ironia feroce del rapper romano non si è fermata qui. In un post su Instagram, poche ore prima dell’esibizione, Tony Effe aveva già anticipato il tono della serata, scrivendo: «Preparatevi che stasera festeggiamo a modo mio, anzi nostro», concludendo con un ringraziamento ai fan per il loro sostegno nella polemica con il Campidoglio.
Una reazione alla censura artistica
Un messaggio chiaro, che non solo rafforzava il suo legame con il pubblico, ma ribadiva anche la sua posizione, convinto della libertà artistica e del supporto che il suo seguito gli aveva dimostrato in un momento di tensione.
La serata al Palasport dell’Eur si è trasformata così in una vera e propria celebrazione del suo stile e della sua identità, sfidando le Istituzioni con La spavalderia che ha caratterizzato la sua carriera.
La fascia tricolore, pur nella sua ironia, si è posta come simbolo di un confronto con il potere politico e di un dialogo mai davvero messo da parte, ma sempre sottile e pungente.
La reazione di Tony Effe non sembra una reale protesta: è più una dichiarazione di libertà artistica, per sé stesso e per chi lo segue e difende.