Totti che difende il figlio riaccende l’annosa questione del pregiudizio sui figli d’arte
Nascere nella cosiddetta “culla giusta”, essere “figli d’arte,” rappresenta davvero una circostanza favorevole? Non nascondiamoci dietro un dito, senz’altro ha i suoi lati positivi, ma con sè porta tante conseguenze che solo chi ha maturato consapevolezza sulle proprie capacità può sostenere. Il paragone con i genitori più illustri, in una società poco incline ad accettare che qualcuno possa farcela per le proprie capacità, li accompagnerà per un lungo periodo come una spada di Damocle sulla testa. Accade per i cantanti, per gli attori, per i personaggi televisivi e per gli sportivi.
Per Cristian Totti la spada di Damocle è doppia forse tripla, di genitori famosi non ne ha uno ma due, ma soprattutto ha avuto l’ardire di intraprendere la carriera calcistica portando sulle spalle un cognome pesantissimo come quello di uno dei più grandi talenti che il pallone abbia saputo esprimere. Di campioni ne nascono pochi e il talento non perviene sempre in eredità, anzi molto spesso le aspettative non vengono ripagate, figlio di Diego Junior Maradona su tutti, diventato conosciuto più per le ospitate dalla D’Urso che per l’estro nella pedata.
Tornando a Totti junior non sembra poter calcisticamente ricalcare le orme paterne, il cognome gli ha permesso forse una militanza più lunga nelle file delle giovanili della A.S Roma per poi cominciare un peregrinare in squadre di provincia, ha fatto panchina nelle giovanili del Frosinone, per poi, dopo una non fortunatissima parentesi al Rayo Vallecano in Spagna, approdare all’Olbia in serie D, squadra in cui sarebbe dovuta avvenire la sua rinascita calcistica.
Ma il livore del web ha contribuito a non favorire una crescita umana e sportiva, sul ragazzo è stato riversato odio e rancore, dagli insulti e i paragoni con il genitore più famoso fino alle prese in giro sulla forma fisica nelle prime partite sembrata non proprio in linea con quella di un atleta. “Il padre era bravo a fare il cucchiaio, lui è buono con la forchetta” alludendo ai chili di troppo, “A Roma gli avanzava un cinghiale” ed altre offese e allusioni pesanti non sopportabili da un ragazzo di 18 anni. A difesa del figlio e contro il bullismo sul web è intervenuto in una intervista rilasciata a Il Messaggero, Francesco Totti, che ha tenuto a sottolineare quanto sia importante che Cristian cresca senza eccessive pressioni mediatiche :
“Io speravo che facesse il tennista, era anche bravo, poi all’improvviso ha scelto di giocare a pallone. E io non posso negare a un ragazzo giovane i suoi sogni, i suoi obiettivi. Se andrà bene ok, altrimenti farà un altro lavoro. Mi dispiace per il ragazzo, io non ho mai parlato male di un altro figlio, di una persona che non conosco. Sarebbe veramente sporco. È da indegni parlare male di un diciottenne che ha i suoi sogni. Poi sia figlio di chiunque, il papà può fare anche il macellaio. Il problema è che fanno le differenze, Cristian ha il mio cognome e questo è il problema. Allora per tanti lui è diverso, ma invece non lo è. Si tratta di un ragazzo come tanti, semplice, educato, rispettoso, che ha i suoi sogni e gli altri li devono rispettare. Non è che mi metto a rispondere a chi lo insulta, dando degli ignoranti o maleducati. Quelli che parlano così sono i classici leoni da tastiera. Sono gli stessi che lo insultano e poi vengono da me a chiedere un selfie o l’autografo”
Una dichiarazione che non fa una piega e che rappresenta lo specchio di quanto accade sul web, capita spesso che chi insulta scrivendo protetto da un profilo fake e dallo schermo di un pc, si manifesti ufficialmente sui social come un fan di chi sbeffeggia protetto dall’anonimato. L’odio web è figlio di frustrazioni personali, di livore, di rabbia verso chi sulla carta ha più opportunità, quasi quelle presunte opportunità altrui siano un pretesto per giustificare la propria apatia e il proprio non volere investire sulle proprie capacità.
Essere figli d’arte non sempre fa rima con raccomandazione tantomeno con successo, anzi spesso il cognome pesante rappresenta un freno invece che una opportunità in più. La critica e il giudizio a prescindere non hanno mai portato nulla di buono, è più facile distruggere che costruire, ma chi ha le spalle forti e il talento e le capacità dalla propria parte si rialzerà sempre, chi sa distruggere senza costruire vedrà sempre prevalere chi vuole affossare con il proprio livore.