Udinese: Okoye indagato
Il portiere tedesco naturalizzato nigeriano dell’Udinese, Maduka Okoye, 25 anni, attualmente fermo a causa di un intervento al polso, sarebbe al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Udine per presunti flussi anomali di scommesse riguardanti la partita Lazio-Udinese dello scorso 11 marzo.
L’accusa e gli indagati
Oltre a Okoye, nel registro degli indagati figura anche il proprietario di una pizzeria spesso frequentata dai calciatori e dai dirigenti del club friulano, il gestore di un punto Snai e un imprenditore edile.
La situazione è emersa grazie a irregolarità segnalate dall’algoritmo della Snai, che ha allertato le autorità competenti per ulteriori verifiche. L’accusa per tutti i sospettati è quella di truffa mentre le indagini continuano con la possibilità di ulteriori nomi coinvolti.
L’ammonizione sospetta
L’indagine è stata avviata dopo una segnalazione della Sisal, che ha rilevato una serie di scommesse di importi significativi legate all’ammonizione del portiere bianconero durante il match, conclusosi con la vittoria dell’Udinese per 2-1.
L’ammonizione di Okoye, avvenuta al 19’ del secondo tempo per perdita di tempo, destò preoccupazione nell’allenatore Gabriele Cioffi, che inviò un collaboratore a bordo campo per calmare il giocatore, temendo ulteriori sanzioni disciplinari.
L’episodio avrebbe contribuito a insospettire ulteriormente gli inquirenti.
Il fascicolo della FIGC
Parallelamente, la Procura della FIGC, guidata da Giuseppe Chiné, aveva già aperto un fascicolo sulle scommesse sospette, informando successivamente la Procura di Udine.
L’indagine della Figc era stata avviata a seguito di una segnalazione ricevuta mesi prima riguardante i flussi anomali sulle ammonizioni del portiere. La FIGC ha ora richiesto gli atti alla Procura di Udine per proseguire con le proprie indagini.
I rischi
La situazione è particolarmente seria perché, se si dimostrasse che ha scommesso sul proprio comportamento, si configurerebbe un’alterazione dell’andamento della partita, configurando il temuto “illecito sportivo” con tutte le conseguenze del caso, inclusi i danni all’immagine del calcio italiano.
L’articolo 30 del Codice di Giustizia sportiva stabilisce che:
“I soggetti indicati nell’art. 2, se riconosciuti colpevoli di illecito sportivo, sono puniti con una sanzione che prevede almeno l’inibizione o la squalifica per un periodo minimo di quattro anni, oltre a una multa non inferiore a 50.000 euro”.
Si tratta quindi di un caso diverso rispetto a quelli di Tonali e Fagioli, che avevano scommesso su partite che non coinvolgevano le loro squadre, fatta eccezione per una scommessa dell’ex giocatore del Milan, ma riguardante una vittoria.
Il caso continua a essere monitorato con attenzione dalle autorità competenti, mentre si attendono ulteriori sviluppi.