USA 2024, entusiasmo intorno a Kamala Harris, Trump rispolvera toni sessisti e dittatoriali
Il termometro del consenso intorno a Kamala Harris è rappresentato dai 200 milioni di dollari incassati per la campagna elettorale in meno di una settimana dalla sua investitura a candidata democratica alla Casa Bianca. Il passo indietro di Biden sembra aver risvegliato l’interesse dei dem fino a dieci giorni fa quasi rassegnati a una probabile debacle a inizio novembre nelle presidenziali. Dopo l’endorsement di Biden a favore della sua vicepresidente sono arrivati quelli di gran parte dello star system nonchè l’investitura degli Obama e di Clinton.
Trump che ormai prevedeva un percorso in discesa, ha dovuto rivedere in fretta la sua linea e ha rispolverato dal suo cilindro tutto il repertorio sessista usato nella campagna elettorale del 2016 che lo vedeva opposto a Hillary Clinton. Per Trump la moglie di Clinton era una “corrotta”, la Harris invece è una “barbona” arrivata in politica allorchè ventenne si accompagnava con sessantenni influenti “Una vicepresidente fallita in una amministrazione fallita, adesso è diventata la candidata più di sinistra della storia, la più incompetente e impopolare”
A condire il tutto Trump ha tirato fuori proclami dittatoriali “Votatemi perchè se sarò eletto sarà l’ultima volta che lo farete, sistemerò tutto io” esternazioni che hanno fatto sobbalzare i dem che temono per la tenuta della democrazia, i repubblicani hanno sminuito il tutto sostenendo che le parole di Trump siano state delle semplici provocazioni. Verità o parole tirate fuori a effetto, il miliardario americano già quando era in corsa per il secondo mandato aveva affermato fin dai primi comizi “La mia dittatura comincerà dal primo giorno del mio secondo mandato” e gli americani non dimenticano.
Sondaggi alla mano la Harris in poco meno di una settimana si è portata a due punti dal rivale repubblicano in un confronto in cui a fare la differenza probabilmente saranno i piccoli Stati. La Harris dal canto suo ha cambiato rotta sulla politica internazionale mostrandosi meno filo israeliana e meno schiacciata sulle posizioni di Biden, il rischio che corre la vicepresidente uscente è proprio quello di essere identificata con la politica dell’attuale presidente. Kamala sarà proclamata ufficialmente candidata dem alla Casa Bianca nella convention democratica di agosto da quel giorno mancheranno poco più di due mesi al voto.
Gli americani saranno pronti ad avere una presidente donna e di colore? Gli USA sono davvero un Paese liberale e privo di pregiudizi? Sono risposte che avremo nei prossimi mesi.