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Gli americani hanno scelto Donald Trump, il miliardario statunitense esce vittorioso da una campagna elettorale che lo ha visto cavalcare l’onda populista, presente ormai da tempo anche in Europa. Ha puntato su economia, immigrazione, identità nazionale e guerre, temi arrivati dritti alla pancia della gente, ma che inevitabilmente rischiano di far fare agli Stati Uniti un passo indietro.
Viene difficile pensare alla democraticissima America non rispettare le donne facendo la guerra all’aborto, difficile pensare a un popolo che non ha esitato a invadere altri Paesi per rivendicare l’autonomia degli Stati e la democrazia, mettere i paletti alla democrazia al suo interno. Che piaccia o no gli statunitensi si sono espressi per Trump, che con i suoi 78 anni diventa il Presidente più anziano degli USA.
Una candidatura che sembrava impossibile la sua, a causa di tutti i processi in cui è indagato, invece un pregiudicato, con aspirazioni autoritarie, due volte finito sotto impeachment, adesso assumerà la carica più importante del mondo. Salendo sul palco a Palm Beach, quartier generale scelto per la notte elettorale, il rieletto Presidente ha affermato :
“Guardate cosa sta succedendo, è incredibile. È molto chiaro che abbiamo vinto. Voglio ringraziare il popolo americano, sarò il vostro 47esimo presidente degli Stati Uniti. Lotterò per voi ogni giorno, non mi fermerò finché non faremo degli Usa il posto che vogliamo e meritiamo. Questa sarà un’era magica per l’America”.
Un noto politico italiano della Prima Repubblica diceva che al popolo bisogna sempre promettere l’impossibile così quando non si realizza nessuno potrà arrabbiarsi. Trump con gli americani sta facendo la stessa cosa, Eldorado e sogno americano sono ipotesi anacronistiche proprie di un quasi ottantenne come egli è. Sono i suoi elettori, che pur non essendo anziani, per puro spirito di fazione gli sono andati dietro, mettendo il proprio Paese in una situazione di estrema difficoltà.
Per quanto riguarda la Harris, i sondaggi che prevedevano un serrato testa a testa si sono rivelati sbagliati, alle 2 di notte, l’orientamento degli americani è stato fin troppo evidente. Trump ha prevalso in Pennsylvania, North Carolina, Georgia e Wisconsin, Stati che i dem pensavano di poter portare a casa.
La candidata nonostante sia stata sostenuta da gran parte dello star system americano e da Barack Obama, vero e proprio nume tutelare, non è riuscita a catturare la fiducia degli indecisi. Dopo il faccia a faccia con Trump ha in parte sperperato la credibilità acquisita, impostando la sua campagna sul ribattere punto su punto quanto osteggiato dall’avversario, ma non proponendo nulla di nuovo, soprattutto cavalcando poco la rivoluzione sulla sanità pubblica, da sempre punto fermo e vincente della politica di Obama.
Lo avevamo ventilato dallo scorso luglio, da quando la Harris ha cominciato a correre al posto di Biden, gli Stati Uniti, nonostante si vestano di inclusività e democrazia, non sono ancora pronti ad avere una presidente donna e afroamericana.
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