Quest’anno, Willie Peyote torna a esibirsi sul palco del Teatro Ariston con “Grazie ma no grazie”, un brano che si propone di essere la colonna sonora di tutte quelle situazioni in cui ci troviamo di fronte a qualcosa che ci lascia sconvolti e a cui rispondiamo con un deciso, ma cortese, “grazie, ma no grazie”.
Il cantautore descrive così il suo brano:
“La mia canzone parla proprio di questo, come suggerisce il titolo: è un modo educato per esprimere un rifiuto. Si adatta a molte circostanze. Il tema principale siamo noi, l’Italia, affrontata però con un tocco ironico, che ritengo fondamentale e utile nel momento storico che stiamo vivendo. Se dovessi rappresentare la mia canzone con un’immagine, vedrei maracas, percussioni, insomma qualcosa che richiama un’atmosfera un po’ latina.”
Biografia
Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno, nasce da padre torinese e madre biellese, entrambi musicisti.
Il suo nome d’arte combina il personaggio animato Wile E. Coyote con il peyote, un cactus allucinogeno del Nord America, e un riferimento al suo nome di battesimo, Guglielmo.
Laureato in scienze politiche, ha dedicato la sua tesi alla rivolta di Los Angeles del 1992, seguita al pestaggio di Rodney King.
Ingresso nel mondo della musica
Avvicinatosi alla musica grazie al padre, Willie Peyote ha esplorato diversi generi come rock e punk prima di approdare all’hip hop. Nel 2004 fonda il gruppo S.O.S. Clique con Kavah e Shula, pubblicando vari demo e l’EP L’erbavoglio nel 2008.
Prime pubblicazioni (2011-2014)
Tra il 2011 e il 2012 pubblica su SoundCloud la trilogia di EP Manuale del giovane nichilista, caratterizzata da un mix di cinismo, autoironia e denuncia sociale. Il suo primo album, Non è il mio genere, il genere umano, esce nel 2013 e viene ripubblicato su CD l’anno seguente. Nello stesso periodo collabora con i Funk Shui Project.
Educazione sabauda (2015-2016)
Nel 2015 esce Educazione sabauda, secondo album dell’artista, accolto positivamente dalla critica. Il disco, ricco di riferimenti a nomi celebri dell’hip hop, rock e cantautorato, affronta temi personali e sociali con brani come Io non sono razzista ma…, che suscita un acceso dibattito mediatico.
Sindrome di Tôret (2017-2018)
Il terzo album, Sindrome di Tôret, pubblicato nel 2017, fonde gli istinti musicali rock e hip hop di Willie Peyote. Nel 2018 collabora con i Subsonica nell’album 8, partecipando al tour invernale della band e al Concerto del Primo Maggio 2019.
Iodegradabile (2019-2021)
Nel 2019 firma con Virgin Records e pubblica l’album Iodegradabile, anticipato dai singoli La tua futura ex moglie e Mango.
La pandemia di COVID-19 posticipa la tournée promozionale al 2021. Durante il lockdown, partecipa a iniziative benefiche e pubblica vari singoli, tra cui Algoritmo e La depressione è un periodo dell’anno.
Nel 2021, partecipa al Festival di Sanremo con Mai dire mai (la locura), vincendo il Premio della Critica.
Pornostalgia (2022-2024)
Il 2022 segna il ritorno di Willie Peyote con l’album Pornostalgia, anticipato dai singoli Fare schifo e La colpa al vento. L’artista intraprende una tournée estiva per promuovere il disco, recuperando molte date cancellate a causa della pandemia. Nel 2023, pubblica i singoli stand-alone Picasso e Frecciarossa.
Sulla riva del fiume (2024-presente)
Nel 2024, rilascia l’EP Sulla riva del fiume, anticipato dal singolo Giorgia nel Paese che si meraviglia. Questo progetto riprende le sonorità jazz-funk di Sindrome di Tôret e Educazione Sabauda, completando la cosiddetta “trilogia sabauda”. Seguono i singoli Bloody Mary e Chissà, quest’ultimo in collaborazione con Ditonellapiaga.
Ironia e cinismo
Willie Peyote si distingue per l’uso marcato di ironia e cinismo nei suoi testi. L’artista affronta tematiche sociali e politiche con un linguaggio pungente e spesso provocatorio.
Attraverso un approccio dissacrante, riesce a svelare le contraddizioni della società, offrendo una prospettiva critica e allo stesso tempo divertente. Questo stile ironico serve a rendere più accessibili questioni complesse come il razzismo, la disuguaglianza e l’ipocrisia politica.
Denuncia sociale
Un altro elemento centrale della sua produzione è la denuncia sociale. Willie Peyote utilizza la musica come mezzo per esprimere il disagio e l’insoddisfazione nei confronti di problematiche contemporanee.
Narrativa e citazioni culturali
E’ anche un abile narratore, capace di intrecciare storie personali e riflessioni culturali nei suoi testi. Le sue canzoni sono spesso costellate di riferimenti a grandi nomi della musica e della letteratura, come Cypress Hill, The Clash e Luigi Tenco. Queste citazioni arricchiscono il suo lavoro, conferendo profondità e collegamenti a un patrimonio culturale più ampio.
Autoironia e introspezione
L’autoironia è un altro tratto distintivo di Willie Peyote. Non esita a mettersi in discussione, usando la sua stessa esperienza come lente per analizzare la realtà circostante. Questo approccio introspettivo aggiunge un livello di autenticità e vulnerabilità ai suoi testi, permettendo agli ascoltatori di connettersi più profondamente con la sua musica.
Innovazione lirica
Dal punto di vista lirico, è noto per la sua abilità nel giocare con le parole e creare testi ricchi di doppi sensi, metafore e giochi di parole. La sua scrittura è caratterizzata da una complessità che richiede attenzione e riflessione, rendendo ogni ascolto un’occasione per scoprire nuovi significati.
Sanremo 2025: la chance per stupire pubblico e critica
Willie Peyote, dopo il successo ottenuto al Festival di Sanremo 2021, che gli ha fruttato il prestigioso Premio della Critica, è pronto a tornare sul palco dell’Ariston per l’edizione del 2025.
Il cantautore torinese ha già dimostrato di essere una delle voci più originali e rilevanti della scena musicale italiana, capace di coniugare denuncia sociale e sonorità innovative.
Il pubblico e la critica sono pronti a scoprire quale sarà il messaggio che vorrà condividere quest’anno, sicuri che non mancherà di stupire con la sua originalità e il suo talento.