X Factor, secondo live, Pablo Murphy eliminato. Paola Iezzi perde il suo secondo talent.

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Secondo live di X Factor e Paola Iezzi è rimasta con un solo concorrente, probabilmente paga le scelte fatte ai Boot Camp dove si è fatta guidare più dal cuore che dalla testa.
Ma partiamo dall’inizio.
Lo show si apre con l’esibizione di Giorgia nel suo nuovo brano Niente di male; per carità la sua bravura è fuori discussione, ma, unpopolar opinion, questa canzone non è un granché e la preferiamo di gran lunga nel ruolo di presentatrice dove è molto a suo agio e centrata.
La prima concorrente ad esibirsi è Francamente, team La Furia, con Mi fai impazzire di Sfera Ebbasta e Blanco.
La sua voce è estremamente particolare, come la sua attitudine ma la sua performance non ci convince. Onestamente preferiamo l’originale, che è tutto dire. Sa stare sul palco però, anche senza muoversi.
Seguono i Puncake, team Agnelli, con Daddy gone dei Violent Femmes, un brano punk molto nelle loro corde.
L’esibizione, in sè, non è magistrale se non fosse che i membri della band si sono divertiti a scambiarsi ruoli e strumenti. Apprezziamo il coraggio; per il resto è un gran casino che però, non sfigura.
I Patagarri del team Lauro propongono la loro versione di Swingo le parole di Thasup.
Partendo dal presupposto che alcuni di loro non conoscevano neanche l’artista, se la sono cavata egregiamente, una delle più convincenti esibizioni della serata.
Arriva sul palco Lowra, team Iezzi, che si esibisce con Man down di Rihanna. Che dire, canta benissimo, si muove altrettanto bene. Ottima esibizione.
E’ poi il momento di Lorenzo Salvetti, team Lauro, che ripropone la sua versione di 100 messaggi di Lazza.
Esibizione ottima, il giovane artista di talento ne ha da vendere.
I pareri dei giudici, però, che gli contestano non la bravura (sarebbe da folli) ma il suo mood, uguale alle altre sue esibizioni, merita una più attenta riflessione.
Ogni artista ha le sue peculiarità, quelle che lo rendono riconoscibile ed unico e per questo più o meno apprezzato dal pubblico.
Non capiamo questa insistente necessità di snaturare i concorrenti utile forse allo show ma non a quello che sembra essere il loro futuro artistico.
Questi ragazzi si presentano alle audition con una loro personalità già definita, ed è quella che, unita al talento, fa sì che vengano scelti.
Perché bisogna necessariamente cambiare le carte in tavola mettendoli in difficoltà o non farli esprimere al meglio?
Crescere artisticamente vuol dire sublimare ciò che si sa fare e, pur essendo ovvio che guardarsi intorno sia fondamentale, questo non dovrebbe snaturare la cifra stilistica di un artista.
Anche perché quando un artista decide di provare altre strade viene massacrato e Damiano David ne è un esempio.
Tornando alla gara, Elma, del team La Furia, si esibisce in Try di Pink.
La ragazza ha, indubbiamente un bellissimo timbro. Ciò che le manca è l’interpretazione.
La sua esibizione, anche mimica, è scollegata da ciò che sta cantando; al pubblico questa dicotomia arriva tutta e la manda al ballottaggio alla fine della prima manche.
L’ospite della serata è Gaia che torna sul palco dove l’abbiamo conosciuta.
Onestamente rivederla là, dove si era fatta conoscere e apprezzare per la sua versione di The House of the raising sun dei The Animals, ballare per 5 minuti sulle note di Dea saffica e sulle strofe di Tony Effe, prima di arrivare al suo breve inciso, con Sesso e Samba fa un po’ strano.
Gaia è ancora in cerca della sua strada e si vede, ma questa è un’altra storia.
La seconda manche comincia con i Les Votives, team Lauro, che incantano con la loro versione di Sign of the times di Harry Styles.
L’esibizione è molto suggestiva e pur non essendo il loro genere ne vengono fuori per nulla snaturati, anzi. A dirla tutta, l’unica performance che ha davvero catturato la nostra attenzione.
Danielle, team Agnelli, si esibisce con Lugano addio di Ivan Graziani.
Il brano è tosto, sia da cantare sia da interpretare e Danielle svolge bene il suo compito. Soprattutto, come ha sottolineato Manuel, se si considera che Danielle è un cantautore e non un mero interprete; solo per questo si è meritato il passaggio del turno.
Discorso a parte per Mimì, team Agnelli, che propone Something on your mind di Karen Dalton.
La giovane artista ha una voce potente e piena di mille colori ma in questa performance non ci è parsa al suo meglio. Forse troppo ammiccante rispetto al significato del brano, imprecisa in qualche passaggio, promossa solo per quello che può e sa fare e non per ciò che ieri sera ha fatto.
E’ il turno di Pablo Murphy, team Iezzi, che prova a redimere la sua performance della scorsa settimana, che gli è costata il ballottaggio, con la sua interpretazione di Mr. Brightside dei The Killers.
Onestamente, pur apprezzando lo sforzo, non convince ed è, a dirla tutta, il meno talentuoso dei concorrenti.
Chiudono la seconda manche i The Foolz, team La Furia, con I was made for loving you dei Kiss.
L’attitudine è quella giusta, il frontman sa il fatto suo ma la sua performance vocale paga il pegno della pronuncia; del resto i ragazzi vogliono cantare in italiano e capiamo il perché.
Il meno votato della seconda manche è, come anticipato, Pablo Murphy ed i giudici non hanno esitazioni, salvato, giustamente solo da Paola Iezzi, il giovane talent viene eliminato ed Elma continua la gara.
In generale lo show è costruito molto bene ed è estremamente godibile.
Ci arriva però un’atmosfera da “volemose bene” messa artatamente in scena per cercare di risollevare le sorti del programma dopo la disastrosa edizione dell’anno scorso dove, in molti casi, si è toccato il fondo.
Alcune piccole stilettate tra i giudici ci fanno percepire altro anche se le controversie vengono spesso risolte con una battuta, scadente, di Jake La Furia.
Inutile sottolinearlo, le stilettate ovviamente colpiscono i concorrenti e non i giudici che sono ancora troppo protagonisti dello show quando dovrebbe essere il contrario.
A rimettere tutti in riga e riportare l’attenzione sulla musica è, di solito, l’intervento di Giorgia a cui rinnoviamo il nostro plauso.